martedì 25 novembre 2008

ANGELI SENZA ALI




In quest’ultimo anno mi sono accorta di quanti angeli senza ali sono caduti sulla terra e Dio ha voluto che li trovassi( o ritrovassi ) nel mio cammino verso la guarigione.
In primis la mia famiglia… che mi ha sostenuto con una forza incredibile…. Mai una volta dai loro volti è trasparsa la sofferenza, la stanchezza per tutte quelle notti insonni, la preoccupazione …. niente…tutto ciò era perfettamente celato dietro sorrisi e parole di conforto e incoraggiamento.
Poi c’è Lidia….che con la sua famiglia ci ha fatto sentire ancora più amati e meno soli e che con le sue‘provocazioni’ mi ha aiutato a capire un saaaaaaaaaacco di cose !!
Poi c’ è Paola…. La mia fisioterapista, che considero la mia seconda mamma: lei mi ha ‘ partorito’ in questa seconda vita. Con i suoi sguardi severi e gli esercizi da trapezista mi ha fatto camminare di nuovo…. Tutte le mattine, per quattro lunghi mesi, ha lottato al mio fianco alla riconquista della normalità… e le sarò grata per tutta la vita!
Poi ci sono tutti gli amici del Maugeri , a ognuno un ringraziamento…. A Lorenzo… per aver saputo pazientemente asciugare tutte le mie lacrime…a Michele ed Anna… per avermi dimostrato che l’AMORE VERO, quello incondizionato… ESISTE….a Mario…per avermi fatto i cd con tutte le nostre belle foto :) e per avermi insegnato cos’é l’umiltà…. A tutti … per avermi insegnato a sorridere pur seduta su una sedia a rotelle….Ai dottori, agli infermieri, ai volontari… per essersi presi cura di me ….
E ora..?! Bè ora un ringraziamento a Fiona, che non ha le ali, ma un minuscolo campanellino ( come quelli che preannunciano l’arrivo di un angelo nei film americani) un manto caldissimo e un musetto da monella…
E poi … concedetemelo… un ringraziamento a ME, che ho avuto la forza di andare avanti, di non arrendermi, di lottare, giorno dopo giorno …..e che… anche se non ho più lo scatto felino, ora ho un paio di ali che prima non avevo o che semplicemente non vedevo…
E...Dulcis in fundo... un ringraziammento ai miei angeli in cielo....

venerdì 7 novembre 2008

SGUARDI


Quanti sguardi in questi mesi,ognuno con un significato... dalla pietà all'incoraggiamento,dallo stupore alla felicità di ritrovarsi...
Ma quanto male può fare uno sguardo? Spesso sottovalutiamo l'importanza di questo potentissimo mezzo di comunicazione...
Io me li ricordo tutti... e ognuno di questi mi ha solcato il cuore...per sempre...
Lo sguardo della giovane signora che mi guardava impietosita dal corridoio della corsia mentre mio padre mi prendeva in braccio per farmi sedere al tavolo,
lo sguardo dei miei genitori mentre mi imboccavano,gli occhi di mio padre fissi dentro i miei allagati dalle lacrime la notte prima dell'intervento, lo sguardo soddisfatto e fiducioso del dott. Resta, lo sguardo 'severo' della mia cara fisioterapista Paola, gli sguardi di incoraggiamento di Lidia, gli sguardi incuriositi che scrutano il mio corpo 'imperfetto', lo sguardo della mia gatta che vuole giocare...
Grazie a tutti questi sguardi ora vedo la vita in maniera diversa ed ho imparato, spero, a pormi in maniera migliore verso il prossimo.

sabato 1 novembre 2008

IL MURO


Allo scadere dei primi due mesi di ricovero, mi dimisero… il giorno di San Valentino…,ma il mio cuore era lì,..al Maugeri. Certo, ero felice di tornare a casa per qualche giorno,ma avrei sentito la mancanza di quel mondo, così ovattato, così su misura per me…Mi tolsero la sedia a rotelle…assurdo, ma quella era diventata un punto di riferimento…una culla dove poter riposare dopo le ore di allenamento in palestra….quella sedia che tanto mi aveva fatto piangere, ora mi mancava….pazzesco…
Ma il vero muro lo incontrai quando uscì dopo il secondo ricovero….In casa tutto mi sembrava fuori dalla mia portata,tutto troppo pesante, tutto troppo veloce, tutto troppo diverso da me ….ma qual 'era la normalità e qual era la diversità?Nessuno capiva cosa mi stesse succedendo, tantomeno io...…Mi sentivo sola, fuori luogo tra le mura di casa, inutile….perché non ero più come prima
( semplicemente camminavo ancora con incertezza ma a me sembrava un handicap enorme).
Avevo lasciato il mondo ovattato dove tutti sapevano cosa dire e cosa fare e ora mi trovavo nel mondo reale dove nessuno sapeva cosa dirmi, perché nessuno (fortunatamente) aveva vissuto la mia esperienza e non poteva capire….questa consapevolezza mi fece stare molto male…

AMICI A DUE RUOTE


Ovviamente l’umore migliorò anche grazie alle amicizie che cominciai a stringere…Cominciarono gli appuntamenti per il caffè, le chiacchiere post palestra,le gare nei corridoi…
Ho passato quattro mesi in quella clinica e ho conosciuto tante persone:le più forti, le più buone, le più sincere che avessi mai incontrato prima.
Riuscimmo a creare un bel gruppo e ogni sera era una festa. Ed è proprio con loro che ho mangiato le pizze più gustose e assaggiato il vino più inebriante. Tutti aspettavamo con ansia quelle serate….tra la voglia di trasgredire il regolamento, la voglia di un sapore diverso che non ci facesse sentire malati e la voglia di ridere di noi….

UN FIUME DI LACRIME


Scampato il pericolo di morte, grazie al Dott. Resta, era arrivato il momento di risalire la china…e mi trasferirono in una clinica di riabilitazione, la migliore del meridione : la Fondazione Maugeri a Cassano delle Murge.
Venni dimessa dall’ospedale di Taranto il 18 Dicembre, a circa un mese dall’episodio e io non vedevo l’ora di trasferirmi a Cassano....Ma appena arrivai lì e vidi che quella clinica che mi aspettavo immersa tra glicini e camere accoglienti con copriletti a fiori era invece molto simile ad un ospedale, con le luci bianche e i corridoi stretti, la delusione fu grandissima.
Mi assegnarono subito una sedia a rotelle, perché nonostante mi mantenevo in piedi e riuscivo a mettere qualche passo, l’andatura era del tutto errata e assolutamente mi dissero di camminare solo alla presenza della fisioterapista. Mi cascò di nuovo il mondo addosso.: semi paralizzata in un ospedale nuovo ( il terzo in un mese), con facce nuove, regole nuove ( tipo caserma, scoprii in seguito),senza la possibilità di essere assistita dai miei genitori: avrei potuto vederli solo qualche ora al giorno. E poi….quella sedia a rotelle…come si guidava ? Non potevo fare a meno di piangere, e lo feci per due giorni di seguito, ininterrottamente…e lo fece anche la mia famiglia, di nascosto…Continuavo a ripetermi che non sarebbe stato così per sempre, che sarebbe passato e che DOVEVO FARMI FORZA. Ma intanto sono qui – pensavo-…. E una come me
( giovane,iperattiva e con tante cose da realizzare) cosa ci sta a fare qui? Come ci sono finita?
Cominciarono a darmi qualche farmaco per stare più tranquilla e giorno dopo giorno cominciai a piangere di meno….